LA SACRA SPINA DI ANDRIA

La corona di spine ci rimanda alle tante “spine” sparse per tutta Europa e ritenute appartenenti a quella che realmente cinse il capo di Gesù, allorquando fu presentato al popolo da Pilato.
Questa era venerata come reliquia a Gerusalemme già nel secolo V, come attestato da S. Paolino da Nola, pellegrino in Terra Santa nel 409 e, insieme ad altre reliquie, venne portata da Gerusalemme a Costantinopoli nel 1063 e qui custodita nella cappella imperiale, sino a quando Costantinopoli venne presa dai Crociati, nel 1204.
La corona di spine venne quindi venduta da re Baldovino II al re (santo) Luigi IX di Francia nel 1237 e portata a Parigi due anni dopo, nel 1239. Qui fu custodita insieme ad altre reliquie nella cappella gotica denominata Saint Chapelle, fatta costruire appositamente dal re come gigantesco reliquiario.
Successivamente, Carlo d'Angiò portò con sé in Italia alcune spine della corona.
A questo punto, tra queste, occorre fare menzione di quella che si trova proprio nella nostra Puglia, nella città di Andria, e che viene denominata appunto come “La Sacra Spina di Andria”.
Essa fu donata al Capitolo Cattedrale andriese nel 1308 da Beatrice, figlia di Carlo II d'Angiò, contessa di Andria e moglie di Bertrando del Balzo.

La particolare importanza della Sacra Spina di Andria è data dal fatto che, ogni volta che il Venerdì Santo coincide con il 25 di marzo, avviene un particolare prodigio.
A questo proposito lo storico andriese Emanuele Merra nel 1906 così descrive la Sacra Spina: “… è della lunghezza di circa quattro dita, e della grossezza di un grosso filo di spago nel suo basso finimento. Il suo colorito è cenerognolo, ad eccezione della punta semifranta, che va a finire ad ago, ed è di colore sub oscuro. In essa si veggono quattro macchie di color violaceo nella parte di dietro alla curvatura, ed un’ altra parte davanti, oltre a molti punti a stento visibili.
Quando coincide la feria sesta di Parasceve con la festività dell’ Annunciazione di Maria, ai 25 di marzo, allora queste macchie si ravvivano, e rosseggiano di fresco sangue; nel che ordinatamente consiste il miracolo”.
Le macchie di cui parla il Merra sono comunque, ad una più attenta osservazione, in tutto diciassette e di diversa grandezza.
Il 25 marzo, secondo alcuni Padri della Chiesa e la teologia medievale, oltre che dell’Annunciazione, è anche la data della creazione del mondo e della Morte di Gesù Cristo, racchiudendo quindi in essa la completezza e la totalità del mistero della salvezza.
La prima testimonianza scritta del prodigio risale al 25 marzo del 1633; il successivo avviene nel 1644 e, a seguire, negli anni 1701, 1712, 1722, 1785 e 1796.
Accadde poi che nel 1799 l’esercito repubblicano francese saccheggiò e distrusse la città di Andria, rubando e vendendo all’asta anche il reliquiario contenente la Sacra Spina, che fu comprata da tale Michele Miseo da Spinazzola. Dopo 38 anni di alterne vicende e passaggi di proprietà, la Sacra Spina ritornò ad Andria in custodia del Vescovo Mons. Giuseppe Cosenza, esattamente il 31 ottobre 1837 ed il giorno successivo, in maniera straordinaria, avvenne il prodigio con il ravvivarsi di alcune macchie.
Successivamente l’evento miracoloso si è verificato negli anni 1842, 1853, 1864, 1910, 1921 e 1932.
Dal 1932 ad oggi (dopo quindi 73 anni), il miracolo si è ripetuto il 25 marzo del 2005 nella Cappella di S. Riccardo della bellissima Cattedrale di Andria, dalle ore 20,00 alle ore 23,00 circa, ed è stato così descritto dai medici facenti parte della Commissione incaricata di redigere il Verbale di constatazione dei mutamenti dello stato della Sacra Spina, composto di due pagine scritte e di tre riproducenti nove foto che testimoniano le varie fasi:
“Ore 20,00: Sulla punta della Spina un piccolo rigonfiamento di colore rosso rubino.
Ore 20,05: Scomparsa del colore rosso.
Ore 20,20: Sulla punta della Spina il rigonfiamento (bozzo) sempre più grosso. Colore sempre rosso vivo rubino.
Ore 21,05: Ricompare la gemma e sul corpo della Spina verso la punta presenza di piccole granulazioni biancastro-lanuginose.
Ore 21,15: persiste la granulazione biancastra lanuginosa e scomparsa della gemma alla punta.”



La commissione speciale che ha valutato l’evento prodigioso era presieduta dal vicario, don Antonio Tucci, e comprendeva oltre ai canonici della cattedrale e ad altri sacerdoti, religiosi, medici, un notaio, esponenti dell'associazionismo e giornalisti. La commissione si è riunita più volte ed ha anche esaminato la Sacra Spina prima del 25 marzo, per attestare, con una ricognizione, lo stato delle macchie.
Il miracolo, se il Signore lo vorrà, si ripeterà il 25 marzo del 2016 e successivamente il 25 marzo del 2157.

- Testo tratto dall' intervento del dott. Francesco Stanzione su "Misteri e Reliquie della Passione", in occasione del 6° Convegno Internazionale di Studi sulla Cultura Popolare dal tema "Con Maria Regina dei Martiri Amore alla Chiesa", svoltosi a Bitonto il 3 ottobre 2011.
- Foto a cura di Fotottica Guglielmi (Andria)



25 marzo 2005 - Miracolo della Sacra Spina