"PIA ASSOCIAZIONE CROCIFERI" DI ANDRIA


La definizione letterale: “Il Crocifero è colui che porta la croce (nelle processioni)”. Notizie storiche dicono: “Ordine religioso costituito con Bolla del Papa Alessandro III (1159-1181). Ordine nato per espletare mansioni ospedaliere. Tracce della presenza dei Crociferi le troviamo a Roma nella chiesa di Santa Maria in Trivio a ridosso della Fontana di Trevi.
I Crociferi di Andria hanno una caratteristica tutta propria: sono coloro che continuano la tradizione di portare a spalla la pesante croce, che molto probabilmente risale alla prima metà del 1700 con l'arrivo dei Padri Agostiniani, ad Andria, provenienti dalla Spagna.
Notizie storiche locali le troviamo nel libro di Riccardo Zagara: “Folklore Andriese” edito nel 1913; l'autore descrive come avveniva l'assegnazione delle croci (da portare in processione), ma non specifica quante croci partecipavano alla processione dei Misteri, fa solo notare che erano molte croci.

La tradizione, dopo il Concilio Vaticano II, subì un declino che rischiava di far perdere completamente l'usanza di portare in processione le Croci del Venerdì Santo. Infatti per diversi anni le croci non hanno più partecipato alla processione, suscitando nel popolo un po' di malumore per l'assenza di una parte tanto importante e tramandata dai nostri avi.
A far data dal 1995 si è notata una ripresa, con il ritorno delle croci ad aprire la processione dei Misteri del Venerdì Santo grazie all'interessamento ed all'impegno del Diacono Michele Melillo che oltre ad aver riscoperto le croci, provvedendo anche al loro restauro, ha riunito i Crociferi (gli uomini che normalmente o casualmente portavano le croci durante la processione), costituendo con loro nel 1995 la “Pia Associazione Crociferi” di Andria. Oggi ne fanno parte uomini e donne con una propria divisa: camice bianco con fascia rossa ai fianchi, pendente sulla sinistra, un medaglione, stampato, sul petto a sinistra rappresentante Gesù Crocifero.
Sede dell'Associazione è la chiesetta di San Micheluzzo (XIII-XIV secolo), dopo i lavori di restauro e manutenzione avviati dal compianto Mons. Giuseppe Lanave, Vescovo di Andria.
In questa sede i Crociferi conservano parte delle croci che vengono portate a spalla nella processione dei Misteri.
Alla “Pia Associazione Crociferi” è stata affidata la cura ed il restauro della antica chiesa di Santa Chiara (XIII – XIV sec) nella via omonima che, riaperta al culto, Domenica 4 aprile 2004 dal Vescovo Mons. Raffaele Calabro, è diventata luogo accogliente per la preghiera.

LE CROCI STORICHE DEL VENERDI' SANTO

Nella tradizione, delle Croci storiche del Venerdì Santo non esiste alcun documento scritto. Le notizie qui raccolte derivano da racconti “a memoria d'uomo” e da qualche vecchia foto. Dalle interviste rivolte ai più anziani tra sacerdoti e fedeli risulta che:
• Le croci erano 33 (come gli anni di Gesù al momento della crocifissione);
• Erano custodite presso diverse chiese: a Mater Gratiae, a San Domenico, a San Francesco, a San Lorenzo, a Gesù di Misericordia, al Crocifisso, presso il Santuario di Maria SS. dell'Altomare.
L'origine o chi sia stato il promotore di questa tradizione non risultano da nessun documento.
Di certo si sa che le Croci furono realizzate da privati: fratelli, parenti, amici, i quali poi, impossibilitati a custodirle nelle proprie case, le affidavano ai loro parroci che le alloggiavano in luoghi adatti. Ciò è confermato dalla testimonianza della famiglia Fiore, come viene riferito a pag. 92 della pubblicazione “Le Croci storiche del Venerdì Santo” di Michele Melillo.
"Con il loro incedere maestoso e lento", commenta P. Enzo Pinto, "le Croci hanno sempre costituito una caratteristica della processione dei Misteri del Venerdì Santo.
La tradizione racconta che trentatrè erano le Croci che passavano dinanzi alla folla assiepata sui bordi delle strade, e incuriosivano sia per i robusti portatori, sia per gli ondeggianti rami carichi di olive, sia per le oscure pitture del Cristo Crocifisso e per tutti gli altri emblemi della Passione.
Purtroppo il numero delle Croci andava assottigliandosi ogni anno, impoverendo la processione, che così si perdeva inesorabilmente un segno antico della devozione popolare.
La ragione della loro progressiva diminuzione era dovuta alla loro dispersione e alla negligenza con cui le antiche Croci erano custodite: undici erano nascoste nell'androne del Santo Rosario in S. Domenico, cinque presso l'antica laura di Gesù di Misericordia, tre presso la parrocchia di S. Francesco, e una a S. Bartolomeo, attuale sede dell'UNITALSI.
Il merito della scoperta e dell'individuazione delle Croci spetta al diacono Michele Melillo da quando Mons. Giuseppe Lanave, di felice memoria, in quel lontano 1987 gli affidò la rettoria di S. Domenico. Oltre a preparare uno studio particolareggiato delle Croci, secondo una precisa scheda che indica gli elementi storico-religiosi riportati dalle singole Croci, egli si è preoccupato di amalgamare la “Pia Associazione dei Crociferi”, radunando in incontri di istruzione catechetica i portatori, affinché non fossero più “occasionali”, ma partecipi e consapevoli dello spirito religioso che deve permeare il cristiano “che porta la sua croce” dietro Gesù.
Nel frattempo egli ha raccolto le Croci nella chiesetta di San Micheluzzo (già dal 1705 cappella del primo seminario eretto da mons. Andrea Ariano) e ha tentato di dare alla “Pia Associazione dei Crociferi” la struttura e la personalità giuridica, presentando al vescovo di Andria, Mons. Raffaele Calabro, uno statuto di cui si attende l'approvazione.
Alla processione dei Misteri del Venerdì Santo del 1997 i Crociferi per la prima volta hanno sfilato con una nuova divisa: camice bianco con fascia rossa ai fianchi, pendente sulla sinistra, rinnovando non lo spettacolo, ma la devozione che sempre ha accompagnato il gesto del portare la croce".

- Testo a cura di Michele Melillo.
- Foto tratte dal sito Settimana Santa in Puglia.